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Alessandro Belvedere, il medico del Policlinico che gira i municipi per prevenire i tumori femminili

29-10-2023 04:54

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus, Sanità,

Alessandro Belvedere, il medico del Policlinico che gira i municipi per prevenire i tumori femminili

Dalla "Banalità del Male" alla "Banalità del Bene": si può fare

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Alessandro Belvedere è un dirigente medico del Policlinico Rodolico di Catania, anzi meglio specificare che opera al MCAU diretto dal bravo Giuseppe Carpinteri, in pratica uno dei quattro Pronto Soccorso catanesi, quel servizio indispensabile che rappresenta la punta più avanzata e difficile della Sanità Pubblica, quella meraviglia tutta italiana che viene smantellata e depotenziata giorno per giorno da una politicanza deficiente che non riesce più neanche a nominare i suoi direttori generali e mantiene i suoi ascari come commissari sine die: uno scandalo insuperabile, ma questa è un'altra storia e ce ne occuperemo a parte.

 

Oggi lasciamo perdere le polemiche e raccontiamo, dandogli tributo, una iniziativa che nasce già lo scorso anno da liberi cittadini, professionisti medici,  e che sta crescendo ottenendo il sostegno di quelle istituzioni che stanno più vicine al territorio, ai bisogni della gente, i Municipi, nonostante anch'essi resi pressoché impotenti dalla totale mancanza di deleghe effettive e risorse adeguate: altro tema che merita di essere rilanciato, anche se lo si fa da anni senza risultati perché non conviene distribuire poteri effettivi ma solo medaglie per future aspettative. È il “Sistema”.

 

Torniamo alla bella iniziativa che si chiama “Facciamo prevenzione a Catania” e ce la spiega proprio Alessandro Belvedere:

Quindi questo catanese, per fortuna e nonostante tutto ce ne sono, dopo aver passato ore spesso allucinanti in un Pronto Soccorso, dedica parte importante del suo tempo libero girando i quartieri con un ecografo, ricevendo donne di tutte le età ed etnie per sottoporle ad una rapida ma efficace visita a seno e tiroide.

 

Quando riscontra qualche dubbio, il dott. Belvedere prescrive alla paziente gli approfondimenti diagnostici necessari e lascia il suo numero cellulare personale per valutarne gli esiti. 

Dà a tutte del tu ed altrettanto riceve, un approccio empatico che ha le sue ragioni, contribuendo a rendere meno difficile un momento che ad una donna crea sempre disagio ponendola spesso confronto con le sue paure. 

 

L'effetto è multiplo: riesce ad individuare patologie quando evidenti, ma soprattutto informa le pazienti, spesso ignare anche per difficili condizioni socio-economiche, sull'importanza della prevenzione e consegna loro semplici istruzioni per effettuare quella autopalpazione del seno che consente alle donne di individuare noduli pericolosi al loro insorgere.

 

Quando siamo andati a trovarlo, durante le visite presso la sede del Primo Municipio di Palazzo Zurria, a metà mattinata aveva già eseguito una trentina di ecografie e e in fila anche moglie e suocera di un consigliere di quartiere, “Perché qua tutti rispettano i turni!”, ci tiene a sottolineare il presidente della Municipalità Francesco Maurizio Bassini:

E questo è un altro risultato importante del progetto: coinvolgere le municipalità in un'operazione che è essenzialmente culturale nel momento in cui ci si occupa reciprocamente della salute, non solo fisica, dei propri concittadini. Perché sono momenti in cui si sta insieme, ci si sente parte dell'obiettivo comune di stare bene, di evitare problemi evitabili con un minimo di cura e attenzione.

 

Un'iniziativa semplice ed al contempo eroica in tempi come questi di sfrenato individualismo ed egoismo: cittadini che senza organizzazioni più o meno potenti, si inventano un progetto e mettono a disposizione della Comunità la propria competenza e professionalità, investendo il proprio tempo libero per fare molto banalmente del bene.

 

Proprio così, siamo abituati persino a teorizzarla, con Hanna Arendt, la “Banalità del Male”, quella che distrugge tutto ed appare ineluttabile, alla quale siamo ormai assuefatti, ma c'è anche e molto più potente questa sorta di “Banalità del Bene”, banalità nel senso di semplicità in questo caso, quella che, ad esempio come questa, nasce per iniziativa di un “medico di frontiera”, perché questo sono i nostri Pronto Soccorso, e lancia un seme di consapevolezza sulla cura della propria salute tra le nostre donne.

 

La somma di queste iniziative, magari con il sostegno delle istituzioni più vicine al territorio come le Municipalità, potrebbe davvero fare la differenza ed invertire il circolo vizioso della strafottenza, che è il sintomo definitivo di una  società corrotta destinata alla miseria.

 

E forse riuscirebbe anche a costringere le “istituzioni maggiori” a smetterla di pensare ad occupare poltrone ed aumentarsi gli stipendi e finalmente ad occuparsi dei bisogni reali della gente.

 

Intanto bello ed utile questo progetto “Facciamo prevenzione a Catania” e bravi i presidenti di quartiere che ne hanno compreso l'importanza e ne stanno sostenendo l'iniziativa.

 

Dovremmo occuparci di più, tutti, della “Banalità del Bene”: proveremo a farlo.

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